CONFIDENCE

Nella religione ebraica, il nome di Dio si può scrivere, ma non pronunciare. Sono quattro consonanti, la cui vocalizzazione è totalmente sconosciuta. Si riconosce scorrendo il testo ma non si può comunicare né, di conseguenza, condividere. Rimane una consapevolezza intima e inespressa del lettore.
Da sempre, ho cercato di usare la fotografia non per offrire un’ immagine alla realtà, che già la possiede, ma per cercare di darne una ai sentimenti, che ne sono sconsolatamente orfani.
Le mie serie sono nate da suggestioni letterarie, dall’amore per la mia città, da riflessioni sullo stato dell’arte o dalla mia semplice, istintiva sensibilità. Ho avuto come traccia iniziale un racconto, una citazione, una patologia, o un’ architettura da comprendere e restituire per immagini. Questa serie è totalmente diversa, perché nasce da una sola parola, scelta in quanto considerata l’ unica che, in sé e nelle sue declinazioni, giustifica e spiega tutto ciò che sono stati e sono, per Banca Generali, questi dieci anni di vita.
Io non so ancora quale sia l’ immagine di questa parola, ma posso dire quando, senza alcun suono, mi è apparsa in questi tre mesi di viaggio: è accaduto nel veder giocare a palla sotto le fronde di una quercia che ha 650 anni, nel rimanere seduti davanti a un’ onda gigantesca certi che, come sempre, i suoi 35 metri d’altezza si sfalderanno in schiuma a pochi metri da noi, nell’attraversare il ponte pedonale più lungo del mondo senza cadere nel panico perché ad ogni passo oscilla, e si perde l’ equilibrio e il volo verso il nulla è di cinquanta metri, ma anche nel raccogliere, bendati, la luce della luna, nell’arare un terreno a 45 gradi e farne una mare di futura ricchezza, nell’affacciarsi dal vuoto trasparente della cupola del Reichstag sul vuoto del cielo sopra Berlino; nel volare, nell’osare, nel resistere e continuare ad esistere sotto il Vesuvio a Napoli, nel dominare il mondo come dalla Rocca di Tentennano e nel credere, pregare, e attendere di sublimarsi svanendo in un luogo immateriale, come una parola impronunciabile.

Michele Alassio, Novembre 2016